Tra italiano e dialetto siciliano: una lettura linguistico-stilistica di 'L’aranciaru' di Nino De Vita
DOI:
https://doi.org/10.6093/ridesn/10870Abstract
Grazie alla doppia e simultanea operazione di stesura in dialetto siciliano e auto-traduzione in lingua, la scrittura in versi di Nino De Vita rappresenta una tra le più riuscite esperienze poetiche nel panorama letterario ultracontemporaneo. In questo contributo prenderemo in esame il componimento L’aranciaru con l’obiettivo di evidenziare la cifra autoctona del vocabolario dialettale impiegato dal poeta, e, successivamente, di saggiare la tenuta del testo a fronte (Il pescatore di granchi), redatto in lingua, in termini di lessico, strutture metrico-ritmiche e sintattiche, ed elementi figurali. Tenteremo così di affiancare lo scrittore al proprio tavolo di lavoro, penetrando all’interno dei meccanismi e delle strategie messe in atto per la stesura di testi poetici che, di fatto, si configurano come pienamente plurilingui.