Giustizia, genere e migrazione climatica nella prospettiva dell’UE

Autori

  • Francesca Rosignoli

DOI:

https://doi.org/10.6093/2421-0528/10953

Parole chiave:

Migrazione climatica, giustizia ambientale, genere, Parlamento europeo, Commissione europea, Consiglio

Abstract

Analogamente al Global Compact for Safe, Orderly, and Regular Migration del 2018, Il nuovo patto sulla migrazione e l’asilo dell’Unione europea (UE) del 2020 annovera i disastri naturali e il cambiamento climatico tra le principali sfide capaci di incidere sulla migrazione. Ciononostante anche questo recente strumento dell’UE non attribuisce uno status giuridico alle persone che fuggono dalle devastazioni ambientali. In assenza di una definizione giuridica, i migranti climatici continuano a non essere protetti né dal diritto internazionale né dal diritto europeo. Questa lacuna giuridica aumenta a sua volta la vulnerabilità dei gruppi più marginalizzati, in particolare delle donne che rappresentano l'80% degli sfollati ambientali. Questo dato solleva questioni quali la parità di genere, la giustizia di genere e la giustizia ambientale che sono sempre più discusse dai policy makers, dagli attori non statali e dalla società civile. Il presente contributo esamina tali questioni analizzando i documenti di policies delle principali istituzioni europee (i.e. il Parlamento, la Commissione e il Consiglio) attraverso la lente del Rhetorical Political Analysis (RPA). Questa analisi può offrire ai policy makers un utile strumento per migliorare le politiche esistenti tenendo maggiormente in considerazione le specificità di genere e le istanze della giustizia ambientale

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Pubblicato

2024-05-29

Come citare

Rosignoli, F. (2024). Giustizia, genere e migrazione climatica nella prospettiva dell’UE. Diritto Pubblico Europeo - Rassegna Online, 21(1). https://doi.org/10.6093/2421-0528/10953

Fascicolo

Sezione

La sfida della migrazione climatica