I cacciatori del vescovo. Servizio al signore e mobilità sociale nella montagna bergamasca nei secoli XII e XIII
DOI:
https://doi.org/10.6093/1593-2214/12846Parole chiave:
Alto medioevo, Lombardia, valli bergamasche, mobilità sociale, signoria rurale, vassalli condizionali, cacciaAbstract
I servizi al signore connessi alla sfera militare cavalleresca, che comportavano, cioè, il mantenimento di un cavallo, fosse anche un ronzino, e l’obbligo di partecipare alle spedizioni militari, rappresentavano un canale molto efficace di mobilità sociale, capace di catapultare i detentori di feuda scutiferi, feuda equi, feuda ronzini ecc. nelle file dei milites. In alcuni contesti nei quali la dimensione militare non era così preponderante, tuttavia, il servizio al signore legato alla caccia poteva svolgere la stessa funzione di ascensore sociale. Qui i venatores avevano, cioè, le stesse opportunità di ascesa sociale che altrove erano riservate agli scutiferi. Ciò spinge anche a riconsiderare il rilievo della caccia sia come status symbol aristocratico sia, soprattutto, come prerogativa signorile, un dato in parte sfuggito alla storiografia, più attenta ad altri aspetti del dominio sugli uomini.
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