Status e funzione dei conductores delle proprietà ecclesiastiche (secoli IV-VI)
DOI:
https://doi.org/10.6093/1593-2214/12859Parole chiave:
Tarda antichità, secoli IV-VI, conductores, Gelasio, Pelagio I, Gregorio Magno, proprietà ecclesiasticheAbstract
Durante i secoli I e il II d.C. inizia a emergere un nuovo significato del termine conductor, diverso da quello tradizionale attestato, tra gli altri, da Plinio il Giovane: come dimostrano le grandes inscriptions della Valle del Bagradas, infatti, i conductores delle grandi tenute imperiali e private non erano piccoli affittuari di singoli appezzamenti di un fundus, ma affittuari generali dotati di cospicue risorse finanziarie, utilizzate come garanzia per l’affitto di intere proprietà. Per lungo tempo gli studiosi hanno cercato di distinguere queste facoltose figure professionali dalle loro controparti al servizio della Chiesa, riconducendo i conductores delle terre ecclesiastiche a gruppi sociali umili e dai mezzi economici limitati. Questo articolo intende superare tale interpretazione, mostrando come essa si basi in gran parte su una lettura imprecisa di quattro documenti: una lettera di papa Gelasio, una di papa Pelagio I e due passaggi del Registrum di Gregorio Magno.
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