Sguardi dall’Isola. Rotte per una narrazione dell’esilio
DOI:
https://doi.org/10.6093/sigma.v0i7.10512Parole chiave:
migrazione, viaggio, drammaturgia siciliana, performance, narrazioniAbstract
Lo spazio del teatro diventa luogo privilegiato per osservare, attraverso nuovi paradigmi di ricerca, come si possono sviluppare le riflessioni su precise dinamiche sociali, quali i rapporti tra fuga e ritorno, attraverso lo studio delle pratiche artistiche atte a produrre quelle istanze di realtà in grado di promuovere nuove narrative e prospettive sceniche. La relazione tra il teatro e la dimensione del viaggio verrà osservato nel presente articolo attraverso tre lavori scenici: L’abisso di Davide Enia, Esodo di Emma Dante, Una fuga in Egitto di Turi Zinna, che, pur essendo divergenti per stile, poetica e drammaturgia, sono accomunati dall’avere attraversato il tema del viaggio e delle migrazioni a partire da un Sud che per la sua identità contradditoria e per quella naturale teatralità del vivere, rappresenta un palcoscenico di estremi che si attraversano. Per i tre casi oggetto di studio la ricerca dei luoghi di frontiera attraverso l’esperienza etnografica, l’interrogazione del mito e la narrazione transmediale, testimonia la possibilità di rompere i soliti “paradigmi di visione” (Moralli, Musarò, Paltrinieri, Parmiggiani 2019), innescando nuove narrative intorno alle urgenze rappresentative della contemporaneità.
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