Discurso doctrinal vs. praxis narrativa en “La Galatea” de Cervantes
DOI:
https://doi.org/10.6093/sigma.v0i4.7498Parole chiave:
novela pastoril, Cervantes, La Galatea, dottrina filograficaAbstract
El artículo se propone ahondar en las relaciones que La Galatea, novela pastoril y “obra primeriza” de Miguel de Cervantes, guarda con la doctrina filográfica renacentista, más allá de lo señalado y reconstruido por los estudios críticos anteriores acerca de la intertextualidad y aprovechamiento de los tratados y diálogos filosóficos sobre el amor. Más concretamente, el estudio hace hincapié en un fenómeno que parece ser privativo de la pastoral cervantina: el contraste entre las ideas y las teorías preconizadas verbalmente por los personajes de la obra, en términos de visión programática de principio, y su conducta concreta, a la hora de encararse a su propia condición de amantes y reaccionar frente a sus efectos. Una divergencia que vuelve absolutamente problemática la lectura de la obra desde la perspectiva doctrinal e ideológica, rasgo muy evidente sobre todo en lo que el texto propone respecto de la posible (o no) liberación de la pasión amorosa.
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