Le donne seguono. Cittadinanza di sangue ed emigrazione femminile nel codice dell’Italia liberale. Una riflessione

Autori

  • Ninfa Contigiani

DOI:

https://doi.org/10.6093/2421-0528/10957

Parole chiave:

Italia liberale, codice civile, ius sanguinis/ius soli, cittadinanza, migrazioni femminili, baliatico

Abstract

L’Italia liberale affronta i processi migratori, europei ed extracontinentali, condizionata dalla politica della cittadinanza fondata sul modello ius sanguinis. Il valore tradizionale del sangue fu scelto come fondativo della cittadinanza liberale e dell’ordine familiare diseguale per ragioni identitarie e di State building. In particolare, gli italiani migranti (adulti e minori) non ebbero garanzie e protezione da parte della madre patria ma doveri ed obblighi da rispettare come quello alla leva obbligatoria. Spesso, il modello dello ius sanguinis creò loro una condizione critica: stranieri nei paesi di migrazione e sospetti per l’Italia. In questo contesto, le donne italiane seguirono le politiche familiari di migrazione perché prive di autonomia giuridica ex codice civile 1865. Tuttavia, inaspettatamente, gli esiti delle migrazioni femminili furono di emancipazione. Le donne emigrate sperimentarono difficoltà ma anche autonomia e riconoscimenti salariali importanti, come nel caso delle balie. Le donne rimaste sole in Italia assunsero compiti e ruoli volti all’esterno della famiglia per l’assenza maschile anche nella gestione patrimoniale con sempre maggiore presenza anche nello spazio pubblico

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Pubblicato

2024-05-29

Come citare

Contigiani, N. (2024). Le donne seguono. Cittadinanza di sangue ed emigrazione femminile nel codice dell’Italia liberale. Una riflessione. Diritto Pubblico Europeo - Rassegna Online, 21(1). https://doi.org/10.6093/2421-0528/10957

Fascicolo

Sezione

La sfida della migrazione climatica