La dote a Catania, Paternò e Randazzo dal principio del XV alla metà del XVI secolo
DOI:
https://doi.org/10.6093/1593-2214/12658Parole chiave:
Secoli XV-metà del XVI, Catania, Paternò, Randazzo, dote, residenza, storia di genereAbstract
Bisogni economici, conformismo sociale, rapporti successori, forme di controllo familiare costituiscono le principali aspettative ed esigenze legate all’istituto della dote. Il passaggio dei beni però era raramente eludibile nelle contrattazioni tra le famiglie nella Sicilia bassomedievale. Per il Quattrocento sino a metà del Cinquecento, i 105 contratti dotali qui esaminati riguardano tre comunità della Sicilia orientale, Catania, Paternò e Randazzo, tra loro vicine e legate da connessioni economiche e da medesime norme consuetudinarie o di diritto privato. Questo studio prende in esame l’organizzazione dei rapporti parentali e successori e le ragioni che spingevano a scegliere i beni e il luogo di residenza dei coniugi. La tipologia dei beni permette di approfondire l’importanza economica e simbolica della dote e il ruolo della donna sulla stessa. I limitati dati disponibili sulla residenza non consentono generalizzazioni ma offrono alcune informazioni significative. L’analisi proposta conferma la necessità di connettere teoria e prassi e che solo una precisa contestualizzazione rende possibile superare una lettura approssimativa.
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