Solidarity and Brotherhood in Medieval Italian Confraternities: A Way of Inclusion or Exclusion?

Autori

  • Marina Gazzini Università degli Studi di Parma

DOI:

https://doi.org/10.6092/1593-2214/359

Parole chiave:

Confraternite, solidarietà, esclusione

Abstract

Gli studi sulle confraternite medievali, oltre che agli aspetti devozionali e caritativi, sono soliti guardare alle finalità solidaristiche e inclusive di tali associazioni. E, a proposito di queste ultime, la solidarietà che si instaurava all’interno del gruppo confraternale, e fra questo e quella parte della popolazione destinataria di solidarietà e assistenza, spirituale come materiale, viene vista come funzionale al rafforzamento del ruolo e dell’identità di buon cittadino (o buon suddito) e di buon fedele. Un pregiudizio positivo grava però sul concetto di solidarietà: se vi sono solidarietà che includono, ne esistono tuttavia altre che escludono. Una confraternita infatti prevedeva spazi chiusi di azione, fisici e metaforici, tali da escludere chi se ne trovava al di fuori. Sulla base di esemplificazioni relative all’Italia del nord a fine medioevo, nel presente saggio ci si interrogherà se le confraternite aiutassero il rafforzamento delle solidarietà, o piuttosto non favorissero la perpetuazione delle barriere sociali ed economiche, fra i membri di una medesima comunità.

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Pubblicato

2012-10-04

Come citare

Gazzini, Marina. 2012. «Solidarity and Brotherhood in Medieval Italian Confraternities: A Way of Inclusion or Exclusion?». Reti Medievali Rivista 13 (2):109-20. https://doi.org/10.6092/1593-2214/359.

Fascicolo

Sezione

Saggi