Concili “nazionali” e sotterranee rivoluzioni. Agde 506, Orléans 511, Épaone 517
DOI:
https://doi.org/10.6092/1593-2214/5094Parole chiave:
concilii, vescovi, re, religioneAbstract
Il saggio cerca di mettere a fuoco alcuni aspetti del modo in cui i concili funzionano da sostanza catalizzatrice dei processi di trasformazione politica, sociale e culturale nel passaggio dalla realtà gallo-romana ai cosiddetti regni romano-barbarici. Punti di riferimento dell’analisi sono i primi tre concili del VI secolo. Si tratta di tre concili a carattere nazionale (visigoto, franco, burgundo) nel senso che tendono a veicolare l’idea che alla loro organizzazione presieda una compattezza politica e un’unità geografica. Questi concili appaiono preparatori – sotto vari punti di vista – degli sviluppi che si realizzeranno nei secoli dell’alto medioevo. E sono, inoltre, particolarmente indicativi per cogliere il ruolo delle strutture ecclesiastiche e della religione nelle dinamiche di governo dei nuovi regimi.
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