Identità sociale e generi letterari. Nascita e morte del sodalizio stilnovista
DOI:
https://doi.org/10.6092/1593-2214/5098Parole chiave:
Dante Alighieri, Guido Cavalcanti, Dino Compagni, Stil Nuovo, MagnatiAbstract
Il contributo prende in considerazione la produzione letteraria di Dante Alighieri – e, in parallelo, del suo «primo amico» Guido Cavalcanti – compresa all’incirca tra la composizione della Vita nuova e l’esilio. Esso intende mostrare come il dissidio tra Dante e Cavalcanti si situi anche al livello della rappresentazione che i due poeti danno di se stessi nella loro opera, attraverso scelte di poetica e di genere letterario. Pur avendo fama di philosophus, il magnate Guido si mostra uno sdegnoso aristocratico anche nelle opzioni letterarie: non disdegna di ritrarsi come cavaliere-poeta e si concentra sulla sola rappresentazione e analisi della fenomenologia amorosa. Dante, al contrario, già a partire dalla Vita nuovanon si presenta al proprio pubblico solo come squisito e aristocratico poeta d’amore, ma anche – in modo esplicito – come esperto di fisiologia, filosofia e retorica. Sul modello di Guittone e di Brunetto, in concomitanza con l’entrata nella vita politica fiorentina egli attribuisce alla propria poesia una funzione civile ed etica, che rompe definitivamente con la poetica “stilnovista” del sodalizio giovanile con Cavalcanti.
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