Una civiltà di ragionieri. Archivi aziendali e distinzione sociale nella Firenze basso medievale e rinascimentale
DOI:
https://doi.org/10.6092/1593-2214/7139Parole chiave:
Medioevo, Rinascimento, Secoli XIII-XVI, Firenze, Italia, Archivi aziendali, Storia delle tecniche economiche, Cultura dell’impresa, Distinzione sociale, Mobilità socialeAbstract
Il saggio si propone di fornire una possibile soluzione a un antico enigma che è al tempo stesso storiografico e archivistico: perché i libri contabili basso medievali e rinascimentali sono presenti negli archivi fiorentini (e più in generale toscani) con una abbondanza quasi straripante, di fronte a un panorama italiano (per non dire europeo) assai magro? Per quale motivo tra Firenze e Prato si conservano, per i secoli XIII-XVI, più libri di conto che in tutta l’Europa messa insieme? E infine, come spiegare che gli archivi familiari dei nobili fiorentini conservassero, ancora in tarda età granducale, mastri, registri di cassa e giornali redatti alcuni secoli addietro, la cui utilità pratica era apparentemente pari a zero? Lavorando su molteplici fronti, quello della storia economica, quello della storia delle tecniche e della formazione culturale, quello della storia politico-sociale, l’autore mette a confronto il caso fiorentino con quello delle altre grandi città mercantili italiane, proponendo infine una immagine di Firenze leggermente diversa da quella stereotipata di culla dell’Umanesimo.
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