Revivifying the Ius Commune
DOI:
https://doi.org/10.6093/1593-2214/8674Parole chiave:
Medioevo, Giurisprudenza, Storia e storia del diritto, Didattica universitariaAbstract
Partendo dalle percettive letture e dalla attenta contestualizzazione di Jurists and Jurisprudence in Medieval Italy: Texts and Contexts proposta dai quattro relatori la presente replica s’incentra sull’ambiente culturale per cui la nostra raccolta di testi, con introduzioni e bibliografia, è stata concepita e intesa: il corso accademico. Consapevoli che i corsi universitari e i curricula accademici non sono gli stessi in giro per il mondo, ritorniamo su due interrogativi che ci hanno guidato nella progettazione ed esecuzione di questo volume: perché e come insegnare il diritto comune (ius commune)? A queste due domande si può aggiungerne una terza: quali sono i vantaggi o le ricompense di un simile lavoro? La prima parte ripropone le ragioni per la non convenzionale natura del nostro lavoro; la seconda, frammentando l’intero volume in sezioni e sotto-sezioni, esemplifica come i testi vennero usati negli Stati Uniti in un contesto socio-economicamente e culturalmente eterogeneo e con un un gruppo di uditori provenienti da dipartimenti diversi; la terza parte, uscendo da un ambiente anglofono, illustra le reazioni alle traduzioni di un gruppo internazionale di studenti in Giappone che per la prima volta si sono confrontati con il tema della storia del diritto comune.
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