Dal pugnale al tribunale. Una vendetta fiorentina a Bologna ai primi del Trecento
DOI:
https://doi.org/10.6093/1593-2214/9375Parole chiave:
Medioevo, Secolo XIV, Bologna, Firenze, Vendetta, Faida, Violenza, Giustizia, Comuni italianiAbstract
Il contributo analizza la natura del rapporto tra violenza interpersonale e giustizia nell’Italia tardo comunale, soffermandosi sulle maniere in cui la nuova normativa sulla vendetta sviluppata dalla metà del Duecento influì sulle pratiche di conduzione e gestione dei conflitti in sede giudiziaria. Si prende in esame, come caso di studio, un processo penale svolto a Bologna nel 1306 contro due fiorentini accusati di aver commesso un assalto motivato dalla ritorsione ai danni di un guelfo bianco fiorentino allora residente nella città felsinea, permettendo coì di paragonare le diverse maniere in cui la vendetta veniva trattata in città come Bologna e Firenze che erano in strettissimo rapporto tra loro ma che avevano sistemi normativi differenti. Come si vedrà, il processo svolto contro i fiorentini mostra come nonostante la presa di posizione di diversi governi di popolo – tra cui quello bolognese – contro la ritorsione, questa rimaneva una pratica comune nella gestione dei conflitti, mentre la sua valutazione in sede giudiziaria poteva subire fortissimi condizionamenti politici che entravano in contrasto con la normativa vigente. Più in generale, il presente articolo getta luce sulle conseguenze pratiche dell’incrocio tra politi ca e giustizia – un fenomeno che a Bologna e in altre città fu sempre più frequente a partire dai primi anni del Trecento.Downloads
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