Le regulatory sandboxes come strumento etico per un’intelligenza artificiale affidabile
DOI:
https://doi.org/10.6093/2284-0184/11593Parole chiave:
AI Act, HTA, ethics by design, etica dell’intelligenza artificiale, regulatory sandboxesAbstract
L’AI Act, entrato in vigore il 1° agosto 2024, rappresenta un passo significativo verso la regolamentazione dell’IA all’interno dell’Unione Europea, introducendo categorie di rischio, da “minimo” a “inaccettabile”, per le applicazioni di tale tecnologia. Lungi dal limitare l’innovazione, l’AI Act prevede alcuni strumenti che la promuovano in modo responsabile, come ad esempio, le regulatory sandboxes, cioè degli ambienti controllati in cui le imprese possono testare sistemi di intelligenza artificiale prima della loro immissione sul mercato e senza dover affrontare le normali conseguenze di una eventuale non conformità ai vincoli regolamentari. L’idea è dunque quella di valutare, fin dalle prime fasi, i possibili rischi legati allo sviluppo di una tecnologia che faccia uso di IA e abbracciare un concetto di innovazione responsabile in linea con lo spirito che ha animato il percorso che ha condotto all’approvazione dell’AI Act e che – secondo quanto stabilito dall’articolo 113 di tale regolamento – porterà le autorità competenti degli Stati membri a istituire, entro il 2 agosto 2026, almeno una regulatory sandbox in materia di intelligenza artificiale a livello nazionale. Nate in ambito fintech, le regulatory sandboxes sono state utilizzate ampiamente anche in campo sanitario e, in particolare, nei processi di Health Technology Assessment (HTA). Lo scopo di tale contributo è quello di mostrare i vantaggi, soprattutto di tipo etico, nell’adozione di un approccio sandbox per lo sviluppo di un’intelligenza artificiale affidabile secondo una prospettiva nota come ethics by design.
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