Esternalizzazione dei controlli alle frontiere e Corte europea dei diritti dell’uomo alla luce della decisione sul caso S.S. e altri c. Italia
Parole chiave:
Esternalizzazione, migrazioni internazionali, diritti umani, CEDU, giurisdizioneAbstract
Il presente contributo analizza un tragico caso di soccorso in mare avvenuto pochi mesi dopo la conclusione del Memorandum Italia-Libia del 2 febbraio 2017. Tale accordo prevede un nuovo modello di esternalizzazione basato sui «pull-back», che costituiscono un’evoluzione dei «push-back», ovvero dei respingimenti adottati dall’Italia in attuazione del precedente accordo del 2009 e che erano stati condannati dalla Corte europea dei diritti umani nella sentenza Hirsi Jamaa e altri c. Italia. Nel caso dei pull-back, invece, ci troviamo di fronte a una fattispecie di «refoulement by proxy» (respingimento per procura). L’autrice, dopo aver esaminato il ricorso presentato sette anni fa dai sopravvissuti alla drammatica operazione di soccorso, e aver analizzato criticamente la decisione di irricevibilità per difetto di giurisdizione adottata dalla Corte di Strasburgo nel mese di maggio 2025, si sofferma su una possibile interpretazione alternativa della nozione di giurisdizione e sulle implicazioni della posizione assunta nel caso S.S. e altri c. Italia in un momento storico particolarmente delicato per la tutela dei diritti dei migranti
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