Fenomeni di pertestualità negli albi illustrati senza parole ungheresi. Il caso di “Otthon” di Kinga Rofusz
DOI:
https://doi.org/10.6093/1826-753X/12805Parole chiave:
albo illustrato senza parole, infanzia, “Otthon”, pertestualità, silent bookAbstract
La prima parte di questo contributo offre una panoramica sull’albo illustrato senza parole sottolineandone alcune delle caratteristiche peculiari e dei pregi e commentandone la problematica relativa alla denominazione, con particolare attenzione alla comparsa e alla fortuna di questa specifica tipologia di albo illustrato nell’ambito dell’editoria ungherese. Coerentemente a tali premesse, la seconda parte si propone di offrire un’analisi dettagliata di Otthon di Kinga Rofusz (n. 1978), la quale ha il fine di porre in evidenza la fitta rete di elementi figurativi utilizzati per rendere ‘leggibile’ e coeso il racconto, così da poter comprendere la funzione (e l’eventuale contributo) delle rappresentazioni testuali realizzate su supporti specifici presenti nelle illustrazioni dell’albo.
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