Fenomeni di pertestualità negli albi illustrati senza parole ungheresi. Il caso di “Otthon” di Kinga Rofusz

Autori

  • Francesco Petrucci Università di Napoli L’Orientale

DOI:

https://doi.org/10.6093/1826-753X/12805

Parole chiave:

albo illustrato senza parole, infanzia, “Otthon”, pertestualità, silent book

Abstract

La prima parte di questo contributo offre una panoramica sull’albo illustrato senza parole sottolineandone alcune delle caratteristiche peculiari e dei pregi e commentandone la problematica relativa alla denominazione, con particolare attenzione alla comparsa e alla fortuna di questa specifica tipologia di albo illustrato nell’ambito dell’editoria ungherese. Coerentemente a tali premesse, la seconda parte si propone di offrire un’analisi dettagliata di Otthon di Kinga Rofusz (n. 1978), la quale ha il fine di porre in evidenza la fitta rete di elementi figurativi utilizzati per rendere ‘leggibile’ e coeso il racconto, così da poter comprendere la funzione (e l’eventuale contributo) delle rappresentazioni testuali realizzate su supporti specifici presenti nelle illustrazioni dell’albo.

Biografia autore

Francesco Petrucci, Università di Napoli L’Orientale

Francesco Petrucci (<f.petrucci1997@gmail.com>) ottiene il titolo di dottore magistrale in “Letterature e Culture Comparate” all’Università degli Studi di Napoli L’Orientale con specializzazione in studi ungheresi e italianistica (2024). Dal 1° settembre 2024 al 30 giugno 2025, come borsista del Governo Ungherese, ha conseguito il Master di specializzazione in Traduzione letteraria (Budapest).

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Pubblicato

2024-12-20

Come citare

Petrucci, F. (2024). Fenomeni di pertestualità negli albi illustrati senza parole ungheresi. Il caso di “Otthon” di Kinga Rofusz. Studi Finno-Ugrici, n.S., 4, 1–52. https://doi.org/10.6093/1826-753X/12805

Fascicolo

Sezione

Letteratura per l’infanzia