Rebuilding Hometowns: Religious Worship as an Identity and Tourist Strategies of Place-making
DOI:
https://doi.org/10.6093/2723-9608/9496Parole chiave:
turismo delle radici, identità, culti religiosi, emigrazioneAbstract
In un mondo globalizzato nel quale i percorsi di vita proiettano i soggetti anche in luoghi distanti da quello di nascita e nel quale il sentimento di identità si pluralizza e si fa complesso, si producono anche meccanismo di resistenza e di conservazione dei legami e del senso di appartenenza. Il turismo delle radici rappresenta una risposta posta in essere dai soggetti emigrati di prima, seconda o anche di generazioni successive, in grado di preservare il legame con il territorio di origine e, attraverso questo, la propria stessa identità. Questa specifica forma di turismo quindi è, più di ogni altro, un viaggio nella propria stessa storia, caratterizzato dal desiderio di (ri)trovare i luoghi connessi al proprio passato o alla storia familiare. È come se l’identità cercasse un radicamento spaziale, fisico e, nell’esperire quei luoghi, una sorta di conferma di pienezza identitaria.
In alcuni casi, però, il ritorno, anche quando periodico, nel paese di origine o al quale si sente in qualche misura di appartenere, non viene sentito come sufficiente per colmare una distanza vissuta come vuoto identitario.
Questa complessa dinamica prende a volte la forma della scelta di riprodurre nel territorio di arrivo e nel quale si è consolidata la propria presenza, tradizioni soprattutto religiose che riproducono nella forma e nelle modalità quelle della città di origine. L’obiettivo, più o meno consapevolmente perseguito, è quello di costruire e rinforzare un immaginario individuale e al tempo stesso condiviso e una continuità identitaria che prescinda dalla distanza materiale che separa i luoghi a cui si sente di appartenere.
Un esempio è rappresentato dalla festa della Maria SS. di Buterrito, venerata anche come Madonna del Campo e la cui festa cade il 15 agosto, giorno dell'Assunzione di Maria. Questa celebrazione centrale per l'identità degli abitanti di Ceglie del Campo, non solo uno dei luoghi storici della città di Bari ma suo nucleo originario, viene rappresentata in modo identico anche dalla comunità dei cegliesi emigrati e ormai residenti nella città di Chicago in Illinois.
Il contributo si propone di analizzare queste pratiche nella loro valenza identitaria.
A questo primo oggetto ne sarà affiancato un secondo che mostrerà, ancora una volta e in forme differenti, quanto la riproposizione e soprattutto la riproduzione dei riti religiosi sia funzionale a costruire e mantenere un legame identitario con il luogo di origine.
L'analisi proposta sarà arricchita da un apparato fotografico che non solamente renderà più evidente la sovrapposizione e la coincidenza delle forme del rito, ma sarà parte integrante dell'analisi stessa.