L’esordio del De magnanimitate di Giovanni Pontano tra adesione al pensiero aristotelico ed aemulatio

Autori

DOI:

https://doi.org/10.6093/2974-637X/4111542

Parole chiave:

Umanesimo italiano, Filosofia nel Rinascimento, Pensiero aristotelico, Giovanni Pontano

Abstract

Il contributo analizza l’esordio del De magnanimitate del Pontano, un trattato etico-politico dedicato ad Andrea Matteo Acquaviva. Dopo aver evidenziato l’urgenza di ridefinire i rapporti sussistenti tra i testimoni superstiti dell’opera, il saggio getta luce su alcuni aspetti concernenti la cronologia della sua composizione, una questione che al momento non può ritenersi risolta definitivamente. Il fuoco dello studio è rappresentato, tuttavia, dall’analisi dei tre capitoli iniziali del trattato, che riescono a ben rappresentare le sfide che esso pone ai lettori. Infatti, in tali capitoli il Pontano instaura un serrato dialogo emulativo con l’Etica Nicomachea aristotelica, descrivendo la magnanimitas soprattutto attraverso la considerazione dei vizi ad essa contrapposti. Ben presenti sullo sfondo della riflessione restano, com’è tipico della prosa filosofica pontaniana, una particolare attenzione alla storia contemporanea e alla dimensione autobiografica.

Biografia autore

Giuseppe Zeccato, Università di Napoli Federico II

Giuseppe Zeccato, già allievo della Scuola di Alta Formazione in Storia e Filologia del Manoscritto e del Libro Antico “A. Varvaro”, Zeccato è attualmente dottorando in Filologia presso l’ateneo fridericiano: oggetto della sua ricerca è il De magnanimitate di Giovanni Pontano.

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Pubblicato

25/05/2025

Come citare

Zeccato, G. (2025). L’esordio del De magnanimitate di Giovanni Pontano tra adesione al pensiero aristotelico ed aemulatio. CESURA - Rivista, 4(1), 227–269. https://doi.org/10.6093/2974-637X/4111542