Il Tekniska Högskolans Studentkår a Stoccolma: una spinta corale verso la modernità

Autori

DOI:

https://doi.org/10.6093/2532-2699/12491

Parole chiave:

architettura svedese, esposizione di Stoccolma 1930, funkis, modernismo svedese, neoempirismo

Abstract

La sede dell’Unione degli Studenti (THS) presso l’Istituto Reale di Tecnologia (KTH) di Stoccolma, inaugurato nell’ottobre del 1930 poco dopo l’Esposizione di Stoccolma, rappresenta un’opera cruciale nello sviluppo della parabola moderna svedese. Progettata da Sven Markelius e Uno Åhrén a seguito della vittoria nel concorso del 1928, l’edificio incarna gli ideali del funkis e una nuova visione dell’architettura forgiata da impulsi culturali di matrice internazionale. Tuttavia, la storia di questo centro di aggregazione studentesca non si esaurisce con quella prima costruzione: essa attraversa quasi un secolo di trasformazioni, scandite da concorsi di architettura e incarichi diretti. Le estensioni di Markelius e Bengt Lindroos del 1952, e quella di Lindroos con Hans Borgström del 1977, riflettono l’evoluzione dei paradigmi della modernità: dal neoempirismo allo spontanitet. Questo contributo decostruisce le narrazioni che attribuiscono l’autorialità a figure singole, esaltandone l’aura individuale e oscurando tanto lo sviluppo complessivo del progetto THS quanto la sua genesi collettiva. Attraverso l’analisi di fonti d’archivio inedite, il saggio ricostruisce l’identità in evoluzione dell’edificio, interpretandolo come un’opera stratificata e interdisciplinare, plasmata dall’interazione di molteplici attori operanti tra architettura, interior design e pianificazione. L’esplorazione della sua complessa articolazione architettonica consente di cogliere come l’istituzione studentesca si sia costantemente adattata ai mutamenti sociali, alle dinamiche economiche e alle più ampie trasformazioni culturali.

Biografie autore

Chiara Monterumisi, Università di Bologna

Chiara Monterumisi è architetta e research fellow presso International Research Centre CFC dell’Università di Bologna, dove ha collaborato con l’Archivio CSAC (Parma). In precedenza è stata ricercatrice PostDoc presso l’EPFL di Losanna (2016–2020), dove ha condotto due progetti di ricerca: uno, finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero (SNSF), sull’edilizia abitativa tra le due guerre a Stoccolma; l’altro sulla controparte realizzata a Copenaghen e su pedagogie poco esplorate, come il lavoro di Kay Fisker. Ha conseguito il dottorato in Architettura e Culture del Progetto (2015) presso l’Università di Bologna, in co-tutela con il KTH di Stoccolma. È autrice di Ragnar Östberg. Villa Geber, una casa nell’arcipelago (Edibus, 2017), co-curatrice della prima traduzione annotata delle lezioni dell’architetto danese Kay Fisker. Copenhagen Housing Types (1936) e Row-house Types (1941) (EPFLPress, 2024), e curatrice invitata di numeri speciali per le riviste Urban Planning (4, n. 3, 2019) e Planning Perspectives (40, n. 3, 2025), oltre che del volume collettivo Canons and Icons: re-wondering a transcultural contamination (Edizioni Quasar, 2025). Ha co-curato le mostre HOUSING Frankfurt Wien Stockholm (EPFL, 2018), la sezione svedese di Good News. Women in Architecture con il MaXXI (Istituto Italiano di Cultura, Stoccolma, 2023), e ha collaborato in Archivio Paesaggio (CSAC Parma, 2024). Ricopre il ruolo di co-coordinatrice del Nordic Node all'interno del network GUDesign.

Eugenio Lux, Politecnico di Torino

Eugenio Lux è architetto e giornalista, dottorando in Storia dell’architettura al Politecnico di Torino con un progetto di ricerca sul rapporto tra architettura e politica nella Svezia socialdemocratica del folkhemmet (1932–1976). Nel 2024 ha conseguito una doppia laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano e l’Alta Scuola Politecnica con una tesi sulla diffusione del modernismo in Svezia (1930–1931). Ha trascorso periodi di studio e ricerca presso alcune delle principali università europee: TU Delft (2022), KTH Stoccolma (2022), EPFL Losanna (2023), Chalmers Göteborg (2024). Partecipa ad attività didattiche e di ricerca presso il Politecnico di Milano e collabora con le riviste Domus, Il Giornale dell’Architettura, ArchAlp e Gizmo. È autore della prima traduzione italiana di acceptera (1931), il libro-manifesto dell’architettura moderna scandinava (LetteraVentidue, 2024). Attualmente sta lavorando alla guida architettonica di Stoccolma per la collana On the Road City (Forma, 2025, con Aurora Riviezzo).

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Pubblicato

2025-07-25

Come citare

Monterumisi, C., & Lux, E. (2025). Il Tekniska Högskolans Studentkår a Stoccolma: una spinta corale verso la modernità. Studi E Ricerche Di Storia dell’architettura, 1(17), 120–143. https://doi.org/10.6093/2532-2699/12491

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