L’architettura del tardo modernismo a Tashkent: un simbolo dei complessi processi di collaborazione, ibridazione e orientalizzazione nell’Unione Sovietica
DOI:
https://doi.org/10.6093/2532-2699/12484Parole chiave:
modernismo sovietico, Asia Centrale, architettura contemporanea, patto di amicizia dei popoli, orientalismoAbstract
Nel tardo XX secolo, Tashkent si afferma come un laboratorio di sperimentazione architettonica e urbanistica, incarnando l’ambizione sovietica di trasformarla nella porta dell’Est socialista. Il terremoto del 26 aprile 1966 segna una svolta cruciale, offrendo l’opportunità di avviare un vasto piano di modernizzazione. Grazie al Patto di Amicizia tra i Popoli, lavoratori provenienti da tutta l’Unione Sovietica partecipano alla ricostruzione, inizialmente realizzando edifici standardizzati per residenze e servizi essenziali, per poi contribuire alla progettazione dei cosiddetti individual’nye proekty (edifici singoli) che combinano il modernismo sovietico con elementi architettonici locali. Questo imponente processo di rinnovamento urbano è reso possibile dalla collaborazione tra le autorità locali e gli istituti di progettazione uzbechi e moscoviti, ma è anche segnato dalle sfide strutturali e dalle contraddizioni del sistema sovietico. Attraverso l’analisi delle dinamiche che hanno guidato queste collaborazioni, delle strutture istituzionali che le hanno sostenute e delle sfide che ne hanno influenzato gli esiti, la ricerca si propone di offrire una lettura critica della vicenda.
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